Giuseppe Francesco Pirinoli

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Giuseppe Francesco Pirinoli

Birthdate:
Birthplace: Cunardo, Varese, Lombardia, Italia (Italy)
Death: April 01, 1894 (57)
Cunardo, Varese, Lombardia, Italia (Italy)
Place of Burial: Cunardo, Varese, poi a Seregno, Italy
Immediate Family:

Son of Giuseppe Antonio Pirinoli and Marta (Martina) Ambrosoli
Husband of Carolina (Carlotta) Gromi
Father of Private; Marta Maria Francesca Pirinoli; Emilia (Maria Emilia Francesca) (mamma Emilia); Ida Marcellina Maria Pirinoli; Rosa Pirinoli and 10 others
Brother of Private; Pietro (Girolamo Pietro Gaspare) Pirinoli; Private; Girolamo Pirinoli; Private and 4 others

Occupation: Fabbricatore di carta e negoziante
Managed by: Ottavia Massi
Last Updated:

About Giuseppe Francesco Pirinoli

STORIA DELLA CARTIERA PIRINOLI

Quando si parla di cartiera Pirinoli di Intra si parla sempre di Domenico Pirinoli e fratello. Con ogni probabilità il fratello si chiamava Giuseppe (cfr rivista Verbanus, 15/1994, pag. 405).

Giuseppe Pirinoli possedeva anche una cartiera a Cunardo (cfr. Verbanus 22/2001, pag. 267 nota).

Di Pirinoli nella nostra zona ce ne erano tanti: a Pallanza, a Intra, a Gravellona ( a tal proposito vedasi nella sezione biografie di www.verbanensia.org)

Questo è quanto sono riuscito finora ad ottenere da un impiegato del Comune di Verbania.

Il Giuseppe Pirinoli di cui parla potrebbe essere Giuseppe Antonio Pirinoli ed il fatto che Giuseppe fosse proprietario di una cartiera a Cunardo potrebbe esserne la conferma.(Giorgio edit)

MEMORIE DI FAMIGLIA

Una delle storie di famiglia riguarda “La Cartiera”. Molto spesso, negli anni 40, si andava a Cunardo a visitare i cugini, e si camminava fino alla Cartiera. Passato questo tabernacolo, di cui abbiamo in casa un piccolo olio (vedi fotografia), si arrivava alle grotte.

Adesso, la situazione è così: Le Grotte di Cunardo – L’orrido - Ingresso a spaccatura orizzontale larga m.20 tra strati orizzontali.Inoltrandosi si costeggia una cartiera diroccata,si lascia a destra un laghetto e si prende a sinistra fino ad un salto di m.3.Alle spalle vi è un laghetto limpido e calmo a monte del quale si trova un vasto e scomodo labirinto). Il luogo, ci dicevano, era “Le Fornasette”, e la Cartiera era appartenuta ai nostri bisnonni (Giuseppe Franco Pirinoli e Carolina Gromi). Ma, mi chiedo ora, perchè mai gli eredi maschi dei cartai, invece di continuare con la azienda, dovettero essere spediti a lavorare a Seregno (Attilio) e addirittura in Sud America (Carlo Antonio, morto a 14 anni a Talca,Cile). Tuttavia, quando morì Giuseppe Franco, il maggiore (Attilio) aveva solo 20 anni e forse questa fu la ragione. Inoltre,dei Pirinoli da sempre (almeno dal 1700) erano cartai sulla sponda piemontese del Lago Maggiore (vedi qui sotto una parte della storia delle cartiere Pirinoli, di cui almeno una esiste ancora, a Roccavione, Cuneo). Insomma, questa di Cunardo, di chi era?. Un altro segnale di famiglia è l’errore (?) di Giangerolamo, che mi dice che il nonno Gerolamo sarebbe nato a “Fornasette”. In provincia di Varese non c’è un comune di questo nome, ma a Luino (dove di fatto è nato Gerolamo) c’è una dogana di Fornasette. E quel Gerolamo che nel 1873 era un consigliere della Banca Popolare di Intra, era forse un cartaio e un nonno dei nostri nonni?

Insomma, per chi ne avesse la voglia, questa sarebbe una bella ricerca. Manderò una copia di questa lettera a uno dei cugini di Cunardo (hibos), per sentire la sua opinione.

FATTI,PER ORA

A Meina in località Folletta si trova un altro oratorio intitolato a sant’Ambrogio.

La Folletta deve il proprio nome allantico esercizio di una cartiera, o folla. Là aveva residenza la famiglia Bedoni, che fu amica di Felice Cavallotti, e sfruttò il commercio degli stracci per far carta.

Il commercio della quale fu sempre vivace nel Settecento sul Verbano: alla concorrenza d’oltre Vergante faceva riscontro l’altrettanto spiacevole (per la famiglia dei cartai Pirinoli) improvvisarsi cartai di alcuni imprenditori verbanesi. Gli stessi supplicanti che avevano lamentato la “rapina” delle “strazze” da parte dei cusiani si trovarono in contemporanea a dover contrastare l’apertura di una folla di carta a Meina e una ad Intra; cosicché Paolo e fratelli Pirinoli, Rosalba Steffenina nata Del Signore come tutrice del figlio Carlo Giuseppe Steffenino, e Giuseppe Moretino (quest’ultimo in veste di affittuario di una cartiera) lamentarono l’invadenza dei fratelli Bedoni di Meina che avevano « ridotto un loro molino in un battitore di carta », e di Giambattista e fratelli del fu Francesco Imperatori di Intra, che volevano « ridurre un molino da grano, da loro acquistato nel territorio di Ramello giurisdizione d’Intra, in battitore di carta ». La preoccupazione era la medesima: «i battitori vecchi non avranno l’allimento delle straze per continovare l’esercizio, e converà chiuderli per qualche tempo dell’anno, molto più che dal fuori stato con sommo stento si possono avere qualche poche straze».

Si generarono così documenti di supplica, quali questo qui riportato:

«Rappresentano Paolo e fratelli Pirinoli del luogo di Turbaso proprietari di un battittore di carta sittuato sulle fini di Casale, ed affittavoli di un altro di ragione di s. Ecc.za il sig.r conte Giberto Borromeo Aresi situato in Intra, Rosalba Steffenina proprietaria di altro battitore nel luogo di Meina e Bartolomeo Del Signore affittevole di altro battitore in quella valle [in altro documento detta “Valle di Meina”], dell’eredità giacente de’ sig.r Guidetti, esser sempre stati soliti di raccogliere tanto nella prossimità di Pallanza, quanto nelle valli d’Ossola le straze per uso de’ loro battittori di carta senza che siano mai admessi altri a raccoglierne in detti luoghi tanto per uso de’ battitori di carta fuori della prossimità quanto per farne mercimonio, massime che la raccolta di esse straze è tanto scarsa che non basta per alimentare questi battittori, e quantunque proccurino tirarne qualche parte dalli Svizeri e proccacciarsene dall’opposta riva del lago milanese ad ogni modo non basta per continuare il travaglio, così che alle volte conviene o sospenderlo o rallentarlo. In oggi non si sa con quale principio si fanno lecito gli esercenti i battittori di carta nella Riviera di San Giuglio ed Orta di fare raccogliere straze nelle valli d’Ossola, trasportarle in quella diversa provincia per uso loro, perlocché vengono vieppiù a mancare di straze ai battittori dei succorrenti, quindi per andare al riparo d’un sì fatto disordine che ridonda in grave danno non meno delli supplicanti quanto ancora di tutta la provv(inci)a, ricorrono a v.ra S.rìa ill.ma supplicandola degnarsi di volere prendere in benigna considerazione le circostanze avanti esposte ed ordinare ai ricevidori di Domo d’Ossola ed Omegna ed altri delle sudette gabelle di non spedire licenza alli esercenti di battittori di carta nella Riviera di San Giuglio, ed Orta, e loro commessi di raccogliere strazze nell’Ossola e di poterle trasportare » (ABIB, Stabili, Intra, Cartiera. Supplica manoscritta, non datata come d’uso per le suppliche; data da collocarsi intorno al 1781). Quanto alla folla Bedoni, si trattava dello stesso opificio che era stata oggetto di una supplica presentata dal conte Federico VI Borromeo e dai fratelli Pirinoli alla regia Camera dei Conti nel luglio 1776; dal documento si evince che essa era «un nuovo [%E2%80%A6] edificio da carta nella valle di Meina fattosi fabbricare da Rocco Silvera» circa nel 1766 e passato poi ai Bedoni; essi non avevano mai avuto la privativa della raccolta di stracci, finché era campato il regolatore delle regie gabelle De Filippi; i Bedoni avevano sin lì sopperito al fabbisogno di materia acquistando strazza «in paesi esteri non molto discosti» (il Milanese e la Svizzera), in ciò originando un modus vivendi che non recava danno né alle cartiere dei Pirinoli, né a due altre in Meina, esercite dagli eredi Guidetti e dagli eredi di Bartolomeo Stefenino; alla morte del De Filippi, però, il nuovo regolatore Manfredi aveva improvvidamente concesso ai Bedoni la privativa, con il conseguente tracollo dell’approvvigionamento di tutti gli altri imprenditori. Per quanto riguarda i Bedoni, la loro attività continuò comunque, nonostante l’avversione dei rivali: un Felice Bedone ebbe addirittura modo di nascondere nella propria cartiera denominata «la Folletta» di Meina l’amico Felice Cavallotti, che, memore dell’aiuto, ricordò il luogo che l’aveva ospitato in alcuni suoi versi (Felice Cavallotti. Atti del convegno, Arona, 7 marzo 1998, a c. di L. POLO FRIZ, Verbania Intra, Alberti, 2000, p. 48).

Fonti bibliografiche: NOVARA SACRA, Annuario Diocesano, 1925, p. 57.

Guidotti,Giovanni Battista Industriale cotoniero Armeno, 1806[...]Intra, 1864 feb 28. Giovanni Battista Guidotti e Donato Pariani, ambedue giovani tecnici del cotonificio “Cobianchi” di Intra, il 1° gennaio 1831 costituirono una società per la tintoria e l’appretto dei tessuti di cotone provenienti dalle tessiture svizzere ed inglesi. Il loro primo stabilimento fu installato a Intra nel palazzo Peretti, dopo due anni (1833) la tintoria fu affiancata da una tessitura in località San Giovanni. Nel 1844 la Guidotti-Pariani, dopo solo tredici anni di attività, lasciò Intra e trasferì la produzione a Gravellona Toce rilevando lo stabile della ex cartiera Pirinoli: un grande stabilimento di cinque edifici (da tre a sei piani) con relativo impianto idraulico

Società dei Verbanisti Sodalizio per la storia, l’arte e la cultura del Lago Maggiore

Intra 1788 La cartiera dei Pirinoli – XIX/436

Verbania - La roggia proseguiva, quindi il suo corso in via Opifici, ora via Muller, servendo la “Moletta” (maglio di ferro e rame e ferri da taglio), la filatura “Pirinoli”, che divenne il cappellificio “Albertini” (1817).

Pagine Autobiografiche di Francesco Introzzi

Dopo essere rimasti installati in un alloggio di Como in piena città, affacciato sulla centralissima piazza Grimoldi, tra il Duomo e il Vescovado, per tutti gli anni intercorrenti tra il 1934, anno di scioglimento dell'"Unione industrie seriche" e il 1949, i quadri della serie biblica avevano seguito il trasloco della famiglia da Como a Boves nella casa civile che si trovava accanto alla "Fabbrica" com'era chiamata a Fontanelle di Boves la locale filatura di cotone. Costruito nella seconda metà dell'800 dai Pirinoli in regione Gastaldato - tra Fontanelle e Boves - il "Cotonificio di Boves" era stato comperato, poco prima della guerra mondiale, da nonno Francesco dai Pirinoli che da allora si sarebbero dedicati all'industria cartaria con la creazione della Cartiera di Roccavione. Questo cotonificio - come tanti altri stabilimenti dell'Altopiano cuneese - era situato nel luogo stesso di un salto d'acqua. In questo caso si trattava del "Canale Naviglio" che portava l'acqua proveniente dalla sorgente "Dragonera" di Roaschia, dopo essersi mischiata alle acque dei torrenti Gesso e Vermenagna ed essere stata nuovamente separata subito a valle del "Ponte di ferro" - anticamente detto "Ponte dellla Badìa" - dal Gesso e dal "Canale Vermenagna

1872: la Cartiera Pirinoli nasce, per opera dei fratelli omonimi, a Roccavione: un'ubicazione felice che può contare sulla forza motrice generata dalle abbondanti acque del torrente Gesso. La cartiera produce carta monolucida e carta per l'allevamento dei bachi da seta. Acquisita nel 1937 da un nuovo gruppo azionario, l'azienda, radicalmente ristrutturata, diventa produttrice di cartoncino e si posiziona, con la ripresa del periodo post-bellico, tra i più noti produttori italiani. Mantenendo la caratteristica di azienda familiare, la società aumenta progressivamente la produzione riuscendo così a soddisfare i fabbisogni di mercato. Nel 1962 viene acquistata una nuova macchina continua, potenziata poi negli anni '70 e radicalmente trasformata negli anni '80. L'apertura dei mercati europei e mondiali richiede il raddoppio della capacità produttiva ottenuta, nel '93, grazie ad una terza macchina continua. L'azienda entra così nel novero dei principali produttori europei, preparandosi ad un ulteriore sviluppo futuro. La Cartiera Pirinoli nacque nel 1872 per opera dei Fratelli Pirinoli. Fabbricava soprattutto carta da imballo, ma una delle specialità era la carta dei bigat, usata nell'allevamento dei bachi da seta, industria molto fiorente nella zona Dopo sessant'anni di corretta gestione, nel 1938, un nuovo gruppo azionario subentrava ai fratelli Pirinoli creando le basi della Cartiera Pirinoli S.p.A

Nel 1944 alcune bombe danneggiarono seriamente gli stabilimenti provocando la paralisi dell'attività che riprese tra grandi difficoltà nel 1945, dopo aver ricostruito parte dello stabilimento.

Nel 1961 la Società decise la creazione di una seconda linea di produzione di cartoncino. Oggi la Cartiera Pirinoli produce cinquantamila tonnellate di cartoncino all'anno, usando le più avanzate tecnologie I suoi prodotti sono usati nella produzione di scatole pieghevoli ed imballaggi in generale

30/03/2005 Ormai è ufficiale: la cartiera Pirinoli di Roccavione sta attraversando una forte crisi che ha portato l’azienda a richiedere l’amministrazione controllata. Richiesta presentata presso il Tribunale di Cuneo Giovedì 24 marzo. La notizia è stata data ai rappresentanti sindacali durante una riunione che si è svolta quest’oggi presso l’Unione Industriale di Cuneo. Questa situazione è dovuta ad una grave crisi finanziaria che è stata determinata dal progressivo calo della redditività, collegato alla discesa dei prezzi di vendita del prodotto (la cartiera è specializzata nella produzione di cartoncino). Insieme alla richiesta di amministrazione controllata, il gruppo dirigente ha presentato un piano industriale i cui punti principali sono i seguenti: chiusura della sede di Torino e trasferimento presso il sito di Roccavione; ridimensionamento produttivo del 40%, dalle attuali 100.000 a 60.000 tonnellate. Tale riduzione produttiva, effettuata tramite la fermata di una macchina continua, dovrebbe portare ad una maggiore redditività del prodotto, ma avrà come conseguenza diretta una sospensione temporanea di circa 100 dipendenti su un organico che si attesta sulle 219 unità. «Consapevole dell’emergenza che l’azienda deve affrontare, il sindacato impegnerà tutte le sue forze per tutelare i lavoratori attraverso l’utilizzo di tutti gli strumenti che rendano meno traumatica possibile la situazione – afferma il segretario provinciale della Fistel Cisl, Ugo Brunetto – con questo intento è già stato calendarizzato un nuovo incontro per lunedì 4 aprile. Il giorno successivo si svolgeranno le assemblee per informare i lavoratori e decidere le azioni da intraprendere».Piero Maria Tibiletti (Cartiera Pirinoli). Giuseppe Meana, Giorgio Mosseri e Piero Maria Tibiletti sono i tre nuovi consiglieri del consiglio direttivo nazionale di Pro Carton Italia. Affiancherano il presidente Ugo Dell’Aria Burani e il consigliere Roman Diaz Gonzales. Meana è direttore generale della Cartografica Pusterla, presidente Gifasp (Gruppo Italiano Fabbricanti Astucci e Scatole Pieghevoli) e membro di giunta di Assografici. Mosseri è direttore vendite e marketing di Mayr-Melnhof Italia. Tibiletti è direttore commerciale e membro del consiglio di amministrazione della Cartiera Pirinoli

EUWID papier et pâte no. 17 du 27 avril 2006 Cartiera Pirinoli change de propriétaire

(Carlo Cattaneo mercoledì 27 febbraio 2008)

GRAVELLONA COSTITUTA COMUNE E SUO INIZIO INDUSTRIALE E' opinione diffusa che Gravellona sia stata sempre frazione di Casale Corte Cerro a partire dalla distruzione del 1310 fino al 1912 quando divenne autonoma. Invece dalla carta costituzionale dGRAVELLONA COSTITUTA COMUNE E SUO INIZIO INDUSTRIALE E' opinione diffusa che Gravellona sia stata sempre frazione di Casale Corte Cerro a partire dalla distruzione del 1310 fino al 1912 quando divenne autonoma. Invece dalla carta costituzionale della Parrocchia (1674) -risulta indipendente da altri comuni (sempre nell'accezione del tempo) e pienamente dotata di personailità giuridica. Tratta alla pari, decide, si impegna senza farsi autorizzare da nessuno. Questo è pacifico fi-no alla dominazione spagnola (1714). Dopo, naturalmente, conobbe qualche limite, come una ventina di altri centri, nella fase di " Comunità" con Omegna e poi con Casale, Granerolo e Montebuglio prima di essere ridotta a semplice frazione. Abbiamo anche potuto renderei conto come si governava. La prima autorità era quella del CONSOLE e noi abbiamo trovato anche la persona che lo rappresentava: Savi-a Antonio. Accanto al " Console)) appaiono pure due " Sindaci generali o speciali ". Questi venivano incaricati per mansion-i singole o per impegni particolari. Erano sempre due e mi pare di capire che durassero in carica due anni; dei due uno veniva rieletto alternativamente per altri due anni, onde assicurare una certa continuità; in realtà facevano quindi quattro anni. I loro affari li trattavano in riunioni popolari. Il Console avvisava i capifamiglia, questi al suono della campana si riunivano nel cortile di casa Magnetti, ora De An. toni, Lagostina, Forzani. Il notaio presente stendeva le delibere in atto pubblico. Se erano tutti d'accordo, il notaio usava la formula "Omnes unanimes et concordes " e " Nullo discrepante " Abbiamo sentito che gli abitanti dovevano emigrare dopo le feste pasquali per guadagnarsi il pane ed ancora nel 1904 un centinaio di scalpellini emigra " temporaneamente " in Francia e Svizzera. Gli abitanti erano pochi; all'epoca di cui trattiamo: circa 200, esclusi Pedemonte e Ressiga. Saranno 350, divisi in 70 famiglie nel 1793. Poi inizia l'incremento continuo favorito dalla strada internazionale del Sempione e dall'avvento dell'industria. Gli abitanti diventano 1.600 nel 1879 suddivisi in 380 famiglie e 3.000 (600 famiglie) nel 1900. Quanto alla strada napoleonica (primo incentivo di progresso) ne parleremo in una prossima puntata riguardante il ponte; vediamo piuttosto l'altro incentivo: l'inizio industriale. Sapete chi è stato il pioniere dell'industria locale? Pioniere fu un giovanissimo: Giov. Battista Pirinoli insieme con il proprio padre Francesco Pirinoli. I due avevano una cartiera a forza idraulica dove ora c'è 'la Legatoria. Già nel 1838 troviamo alcuni cartai che lavorano in pieno. Non si tratta della cartiera di Crusinallo venuta nel 1855, ma della cartiera Pirinoli. Francesco Pirinoli era nato a Trobaso, figlio di Giuseppe Antonio, poi si trasferì ad Ornavasso dove sposò Marianna Bessero. Giov. Batt. nacque appunto ad Ornavasso il 26-5-1816. Lo tenne a battesimo Donna Marianna Pattoni, figlia dell'Avv. Giuseppe e cognata dell'Avv. Giuseppe Pirinoli. il che fa pensare ad una parentela con i diversi Pirinoli. pure di Trobaso e giù presenti a Gravellona ed abitanti alla casa e "Della Folla". Comunque da Ornavasso anche Francesco e Giovanni B. si trasferirono qui dove Giovanni costruì la casa presso il Ponte, Corso Sempione 42; sua moglie Giovanna Dolci di Dissino attendeva al negozio a pian terreno tuttora esistente. Nella ringhiera del balcone della casa sono ben visibili le iniziali in ferro e G.B.P. a, fronte verso l'isolino. Giovanni muore il 1 maggio 1877. Egli figura come Fabbricatore di carta. Verso il 1860 figura come Direttore della cartiera: era passato a dirigere la cartiera Mazzola di Vogogna e la portò a prosperità producendo carta cenerina, azzurrina. paglierina. Poi la cartiera bruciò: se ne vedono i ruderi circa a metà strada a destra per chi va verso Domo, tra il ponte della Mesone ed il passaggio a livello di Pallanzeno. Poi vennero le note industrie: 1844 " Guidotti e Pariani " 1862 " Furter e Bebié " che nel pieno arriverà a 1200 operai. 1847 inizia " Cirla " che costruirà lo stabilimento nel 1887, 1887 " Ing. Lanfranchi " 1913 " Tipografia Fovana " Dietro questa spinta il 1 Luglio 1853 la direzione generale delle Regie poste autorizza e sia attivata nel luogo di Gravellona la chiesta Distribuzione Postale, alla quale si darà il nome di Gravellona di Pallanza (era provincia) per non con-fonderia con Gravellona prov. di Mortara e poco distante da Casal Monferrato. Il primo Ufficio postale era nella casa De Giuli Botta, in via Magnetti. 1888, lavorano 1200 operai e Gravellona paga già L. 5.160 di dazio. La panoramica del piccolo villaggio primitivo è cambiata. Ne fanno da contrassegno due altissime ciminiere fumiganti, una alla Furter e una alla Guidotti e Pariani. La prima sarà abbattuta nell'autunno del 1968, la seconda nel maggio 1960. In questa vitalità operosa c'è una menomazione che diventa insopportabile; l'essere frazione di Casale. QUANDO DIVENNE FRAZIONE? Per trovare questa data sono caduto in inganno diverse volte. Per. es.: nel febbraio 1744 scoppia un tumulto contro Omegna, perchè questa per un'usanza secolare gravante sulla Pieve faceva pagare il maestro, il quaresimalista e due medici con il concorso dei paesi vicini. Stranamente nella convenzione seguita in qualche elenco figurano tutti i comuni interessati meno Gravellona che pure era tassata per L. 31,26. Si direbbe che da quella data non fosse più comune.... Un altro abbaglio: nel periodo napoleonico, quando si faceva prima 'il matrimonio civile e subito dopo quello religioso, compaiono sui registri della chiesa i nomi dei sindaci con la dicitura e di questa comunità ", o semplicemente ((di Gravellona". Caso curioso: il mattino del 5.5-1818, il custode Giovanni Pironi fu Giuseppe trova dinanzi alla chiesa un bambino di nessuno. Il parroco Baronio lo battezza e lo consegna al sindaco della comunità Luigi Bavagnoli fu Giuseppe, "pro providentia". Allora era comune? Invece risulta che i nomi di questi sindaci corrispondono esattamente con quelli di Casale.... Dunque siamo da capo. Quando furono fusi questi comuni? In un documento di convocazione di sindaci ad Omegna in data 1764 c'è anche il sindaco di Gravellona: Pietro Borchetta. Fu questo l'ultimo sindaco? Nel municipio di Casale ho trovato inserita, nel primo esposto ufficiale in vista della separazione, come data di fusione e circa il 1764. Si direbbe di esserci arrivati. Ma qui c'è un'altra imprecisione perchè dopo tale data troviamo ancora Gravellona comune. Ecco come. Sempre a Casale in una cartella ho trovata descritta l'elezione in piena regola dei due sindaci di Gravellona in data 17-1-1766. Dopo il suono della campagna maggiore, in piazza gli uomini votano mormorando in segreto nell'orecchio del notaio i due nomi.... Badiamo che in quel tempo c'erano ancora Console e Sindaci, la stessa 'terminologia che abbiamo trovato nel 1600, tradizione rimasta fino alla sconvolgente e Municipalità a franco-napoleonica (1798). Tra i votanti c'era il sindaco uscente; era Pietro Prino fu Agostino. I due si obbligano ad eleggere il Console ed i custodi. In una cartella ho trovato che anche Granerolo fa una cosa simile nel 1772, il console era Francesco Bionda. In casa Frattini ho visto un ricorso contro Omegna in materia di tasse fatto insieme da Gravellona, Casale e Granerolo; vi troviamo tre distinti sindaci; il nostro era Giuseppe Prino fu Giov. Batt. Questo probabilmente fu l'ultimo. Siamo dopo il 1770. A questo punto, così stando i limiti della documentazione, ritengo come data di nascita del Comune di ((CASALE CORTE CERRO ED UNITI)) (e morte di Gravellona...) il 6 GIUGNO 1775. E' la data della riforma " DEI PUBBLICI ~ (che ha mutato la ripartizione dei comuni) voluta da Amedeo III di Savoia. Dopo un secolo e 13 anni uomini volenterosi si decidono di conqui~tare l'indipendenza. Prima c'era solo un ufficio distaccato e l'anagrafe parte dal 1884. Ma questo era nulla per le esigenze prementi di un paese ormai industrializzato. Camona Francesco è il volitivo benemerito che spicca nel nobile intento dell'autonomia, come Magnetti lo fu per la parrocchia. Camona era l'uomo che ci voleva. Lo ritroveremo anche in altra puntata. Egli a 28 anni era già consigliere. In testa ad altri 6 colleghi nell'estate deI 1888 presenta la prima istanza alla Prefettura. In seguito al suo esposto il Prefetto di Pallanza in data 18 agosto indice la riunione del Consiglio perchè esamini e decida. Ma fu una pratica complicata, aspra e lunga. Se fu impressionante .la lungaggine per la separazione della parrocchia, potete vedere che non è stata certo da meno, rapportata ai tempi, quella del comune: durò 24 anni. Il 1912 è l'anno storico della raggiunta autonomia. Francesco Camona non ha mollato e nel 1912 fu proclamato primo Sindaco. Sede provvisoria fu l'attuale casa Bavagnoli di corso Mareoni, ma venne anche la sede propria. Era a capo del Comune l'ing. Emilio Lagostina, l'industriale di vocazione come lo sarà più tardi il compianto nipote Massimo. L'ing. Emilio cogliendo per il rotto della cuffia una felice occasione ed anticipando del suo, dopo l'altra guerra acquistò l'edificio che per oltre mezzo secolo fu la sede del Comune. Sede per i suoi tempi bellissima, soprattutto per la posizione unica e irripetibile, in pieno centro, dove ora c'è la Cassa di Risparmio. Il tempo non si ferma, dietro l'impulso vitale si affacciano sempre nuove mete. In questi ultimi anni la più attesa è l'autostrada Gravellona Voltri. Se ne parla dai 1860. In quell'anno si è fondata una commissione presieduta dal ministro Paleocapa. Nel 1950 'la convenzione di Ginevra 'la incluse nel piano di grande viabilità. L'Italia vi ha dato esecuzione con la legge 371 del 1956. Dal 1966 anche Novara ha dato il suo concorso finanziario. Questa strada allargherebbe ancor più come quella del Sempione e come la ferrovia (1887) la sfera e l'efficienza del nostro Comune. Purtroppo nel settembre scorso, al Convegno di Stresa, sembra che il grande sogno sia stato annullato. Ritengo invece che la speranza debba rimanere e debba vincere; ormai è un problema naturale ed impellente e nessuno lo potrà fermare; o Gravellona-Voltri, o Gravellona.Sesto saranno la realizzazione vitale.., per tutta l' Ossola e per le ulteriori fortune dei nostro Comune... ella Parrocchia (1674) -risulta indipendente da altri comuni (sempre nell'accezione del tempo) e pienamente dotata di personailità giuridica. Tratta alla pari, decide, si impegna senza farsi autorizzare da nessuno. Questo è pacifico fi-no alla dominazione spagnola (1714). Dopo, naturalmente, conobbe qualche limite, come una ventina di altri centri, nella fase di " Comunità" con Omegna e poi con Casale, Granerolo e Montebuglio prima di essere ridotta a semplice frazione. Abbiamo anche potuto renderei conto come si governava. La prima autorità era quella del CONSOLE e noi abbiamo trovato anche la persona che lo rappresentava: Savi-a Antonio. Accanto al " Console)) appaiono pure due " Sindaci generali o speciali ". Questi venivano incaricati per mansion-i singole o per impegni particolari. Erano sempre due e mi pare di capire che durassero in carica due anni; dei due uno veniva rieletto alternativamente per altri due anni, onde assicurare una certa continuità; in realtà facevano quindi quattro anni. I loro affari li trattavano in riunioni popolari. Il Console avvisava i capifamiglia, questi al suono della campana si riunivano nel cortile di casa Magnetti, ora De An. toni, Lagostina, Forzani. Il notaio presente stendeva le delibere in atto pubblico. Se erano tutti d'accordo, il notaio usava la formula "Omnes unanimes et concordes " e " Nullo discrepante " Abbiamo sentito che gli abitanti dovevano emigrare dopo le feste pasquali per guadagnarsi il pane ed ancora nel 1904 un centinaio di scalpellini emigra " temporaneamente " in Francia e Svizzera. Gli abitanti erano pochi; all'epoca di cui trattiamo: circa 200, esclusi Pedemonte e Ressiga. Saranno 350, divisi in 70 famiglie nel 1793. Poi inizia l'incremento continuo favorito dalla strada internazionale del Sempione e dall'avvento dell'industria. Gli abitanti diventano 1.600 nel 1879 suddivisi in 380 famiglie e 3.000 (600 famiglie) nel 1900. Quanto alla strada napoleonica (primo incentivo di progresso) ne parleremo in una prossima puntata riguardante il ponte; vediamo piuttosto l'altro incentivo: l'inizio industriale. Sapete chi è stato il pioniere dell'industria locale? Pioniere fu un giovanissimo: Giov. Battista Pirinoli insieme con il proprio padre Francesco Pirinoli. I due avevano una cartiera a forza idraulica dove ora c'è 'la Legatoria. Già nel 1838 troviamo alcuni cartai che lavorano in pieno. Non si tratta della cartiera di Crusinallo venuta nel 1855, ma della cartiera Pirinoli. Francesco Pirinoli era nato a Trobaso, figlio di Giuseppe Antonio, poi si trasferì ad Ornavasso dove sposò Marianna Bessero. Giov. Batt. nacque appunto ad Ornavasso il 26-5-1816. Lo tenne a battesimo Donna Marianna Pattoni, figlia dell'Avv. Giuseppe e cognata dell'Avv. Giuseppe Pirinoli. il che fa pensare ad una parentela con i diversi Pirinoli. pure di Trobaso e giù presenti a Gravellona ed abitanti alla casa e "Della Folla". Comunque da Ornavasso anche Francesco e Giovanni B. si trasferirono qui dove Giovanni costruì la casa presso il Ponte, Corso Sempione 42; sua moglie Giovanna Dolci di Dissino attendeva al negozio a pian terreno tuttora esistente. Nella ringhiera del balcone della casa sono ben visibili le iniziali in ferro e G.B.P. a, fronte verso l'isolino. Giovanni muore il 1 maggio 1877. Egli figura come Fabbricatore di carta. Verso il 1860 figura come Direttore della cartiera: era passato a dirigere la cartiera Mazzola di Vogogna e la portò a prosperità producendo carta cenerina, azzurrina. paglierina. Poi la cartiera bruciò: se ne vedono i ruderi circa a metà strada a destra per chi va verso Domo, tra il ponte della Mesone ed il passaggio a livello di Pallanzeno. Poi vennero le note industrie: 1844 " Guidotti e Pariani " 1862 " Furter e Bebié " che nel pieno arriverà a 1200 operai. 1847 inizia " Cirla " che costruirà lo stabilimento nel 1887, 1887 " Ing. Lanfranchi " 1913 " Tipografia Fovana " Dietro questa spinta il 1 Luglio 1853 la direzione generale delle Regie poste autorizza e sia attivata nel luogo di Gravellona la chiesta Distribuzione Postale, alla quale si darà il nome di Gravellona di Pallanza (era provincia) per non con-fonderia con Gravellona prov. di Mortara e poco distante da Casal Monferrato. Il primo Ufficio postale era nella casa De Giuli Botta, in via Magnetti. 1888, lavorano 1200 operai e Gravellona paga già L. 5.160 di dazio. La panoramica del piccolo villaggio primitivo è cambiata. Ne fanno da contrassegno due altissime ciminiere fumiganti, una alla Furter e una alla Guidotti e Pariani. La prima sarà abbattuta nell'autunno del 1968, la seconda nel maggio 1960. In questa vitalità operosa c'è una menomazione che diventa insopportabile; l'essere frazione di Casale. QUANDO DIVENNE FRAZIONE? Per trovare questa data sono caduto in inganno diverse volte. Per. es.: nel febbraio 1744 scoppia un tumulto contro Omegna, perchè questa per un'usanza secolare gravante sulla Pieve faceva pagare il maestro, il quaresimalista e due medici con il concorso dei paesi vicini. Stranamente nella convenzione seguita in qualche elenco figurano tutti i comuni interessati meno Gravellona che pure era tassata per L. 31,26. Si direbbe che da quella data non fosse più comune.... Un altro abbaglio: nel periodo napoleonico, quando si faceva prima 'il matrimonio civile e subito dopo quello religioso, compaiono sui registri della chiesa i nomi dei sindaci con la dicitura e di questa comunità ", o semplicemente ((di Gravellona". Caso curioso: il mattino del 5.5-1818, il custode Giovanni Pironi fu Giuseppe trova dinanzi alla chiesa un bambino di nessuno. Il parroco Baronio lo battezza e lo consegna al sindaco della comunità Luigi Bavagnoli fu Giuseppe, "pro providentia". Allora era comune? Invece risulta che i nomi di questi sindaci corrispondono esattamente con quelli di Casale.... Dunque siamo da capo. Quando furono fusi questi comuni? In un documento di convocazione di sindaci ad Omegna in data 1764 c'è anche il sindaco di Gravellona: Pietro Borchetta. Fu questo l'ultimo sindaco? Nel municipio di Casale ho trovato inserita, nel primo esposto ufficiale in vista della separazione, come data di fusione e circa il 1764. Si direbbe di esserci arrivati. Ma qui c'è un'altra imprecisione perchè dopo tale data troviamo ancora Gravellona comune. Ecco come. Sempre a Casale in una cartella ho trovata descritta l'elezione in piena regola dei due sindaci di Gravellona in data 17-1-1766. Dopo il suono della campagna maggiore, in piazza gli uomini votano mormorando in segreto nell'orecchio del notaio i due nomi.... Badiamo che in quel tempo c'erano ancora Console e Sindaci, la stessa 'terminologia che abbiamo trovato nel 1600, tradizione rimasta fino alla sconvolgente e Municipalità a franco-napoleonica (1798). Tra i votanti c'era il sindaco uscente; era Pietro Prino fu Agostino. I due si obbligano ad eleggere il Console ed i custodi. In una cartella ho trovato che anche Granerolo fa una cosa simile nel 1772, il console era Francesco Bionda. In casa Frattini ho visto un ricorso contro Omegna in materia di tasse fatto insieme da Gravellona, Casale e Granerolo; vi troviamo tre distinti sindaci; il nostro era Giuseppe Prino fu Giov. Batt. Questo probabilmente fu l'ultimo. Siamo dopo il 1770. A questo punto, così stando i limiti della documentazione, ritengo come data di nascita del Comune di ((CASALE CORTE CERRO ED UNITI)) (e morte di Gravellona...) il 6 GIUGNO 1775. E' la data della riforma " DEI PUBBLICI ~ (che ha mutato la ripartizione dei comuni) voluta da Amedeo III di Savoia. Dopo un secolo e 13 anni uomini volenterosi si decidono di conqui~tare l'indipendenza. Prima c'era solo un ufficio distaccato e l'anagrafe parte dal 1884. Ma questo era nulla per le esigenze prementi di un paese ormai industrializzato. Camona Francesco è il volitivo benemerito che spicca nel nobile intento dell'autonomia, come Magnetti lo fu per la parrocchia. Camona era l'uomo che ci voleva. Lo ritroveremo anche in altra puntata. Egli a 28 anni era già consigliere. In testa ad altri 6 colleghi nell'estate deI 1888 presenta la prima istanza alla Prefettura. In seguito al suo esposto il Prefetto di Pallanza in data 18 agosto indice la riunione del Consiglio perchè esamini e decida. Ma fu una pratica complicata, aspra e lunga. Se fu impressionante .la lungaggine per la separazione della parrocchia, potete vedere che non è stata certo da meno, rapportata ai tempi, quella del comune: durò 24 anni. Il 1912 è l'anno storico della raggiunta autonomia. Francesco Camona non ha mollato e nel 1912 fu proclamato primo Sindaco. Sede provvisoria fu l'attuale casa Bavagnoli di corso Mareoni, ma venne anche la sede propria. Era a capo del Comune l'ing. Emilio Lagostina, l'industriale di vocazione come lo sarà più tardi il compianto nipote Massimo. L'ing. Emilio cogliendo per il rotto della cuffia una felice occasione ed anticipando del suo, dopo l'altra guerra acquistò l'edificio che per oltre mezzo secolo fu la sede del Comune. Sede per i suoi tempi bellissima, soprattutto per la posizione unica e irripetibile, in pieno centro, dove ora c'è la Cassa di Risparmio. Il tempo non si ferma, dietro l'impulso vitale si affacciano sempre nuove mete. In questi ultimi anni la più attesa è l'autostrada Gravellona Voltri. Se ne parla dai 1860. In quell'anno si è fondata una commissione presieduta dal ministro Paleocapa. Nel 1950 'la convenzione di Ginevra 'la incluse nel piano di grande viabilità. L'Italia vi ha dato esecuzione con la legge 371 del 1956. Dal 1966 anche Novara ha dato il suo concorso finanziario. Questa strada allargherebbe ancor più come quella del Sempione e come la ferrovia (1887) la sfera e l'efficienza del nostro Comune. Purtroppo nel settembre scorso, al Convegno di Stresa, sembra che il grande sogno sia stato annullato. Ritengo invece che la speranza debba rimanere e debba vincere; ormai è un problema naturale ed impellente e nessuno lo potrà fermare; o Gravellona-Voltri, o Gravellona.Sesto saranno la realizzazione vitale.., per tutta l' Ossola e per le ulteriori fortune dei nostro Comune...

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Giuseppe Francesco Pirinoli's Timeline

1836
September 11, 1836
Cunardo, Varese, Lombardia, Italia (Italy)
1867
January 19, 1867
Cunardo, Varese, Lombardia, Italia (Italy)
1868
February 2, 1868
Cunardo, Varese, Lombardy, Italy
1870
June 5, 1870
Cunardo, Varese, Lombardy, Italy
1872
January 25, 1872
Cunardo, Varese, Lombardy, Italy
1874
January 24, 1874
Cunardo, Varese, Italy
1875
October 28, 1875
Cunardo, Varese, Italy
1877
November 21, 1877
Cunardo, Varese, Lombardy, Italy