Edgardo "Gardo" Uri/Uriel Morpurgo

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Edgardo "Gardo" Uri/Uriel Morpurgo

Birthdate:
Birthplace: Padova, Provincia di Padova, Veneto, Italy
Death: April 21, 1948 (25)
Wadi Street, Haifa, Haifa, Haifa District, Israel (Caduto in Guerra)
Place of Burial: Haifa, Israel
Immediate Family:

Son of Renzo Vita Haim/Chayim Morpurgo and Emilia Benvenuta Morpurgo Morpurgo
Brother of Marco/ Marko Mordechai Morpurgo; Teresa/ Tirza Morpurgo Ben Isaac Lipper/ Leeper and Giuseppe Benyamin Yosef Morpurgo

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About Edgardo "Gardo" Uri/Uriel Morpurgo

משרד הביטחון - דף הנצחה


Notizie inserite da Andrea Cassigoli:

Foto da https://www.myheritage.it/ : Merged_WaynKeshet in Wayn Web Site, amministrato da Tal Wayn; e foto da morhaber in morhaber Web Site, amministrato da אורהr הבר

Da "Alunni di razza ebraica" - Studenti del Liceo-Ginnasio Tito Livio sotto le leggi razziali a cura di Mariarosa Davi, Padova 2010:

Le storie: EDGARDO MORPURGO - Nel ricordo di tutti gli ex compagni, Edgardo brilla per la sua intelligenza, la vivacità, il fascino travolgente, e perché, nell'unanime giudizio, "era bellissimo". Nato 1'8 aprile 1923, si iscrisse al Tito Livio, alla la ginnasio, nel 1934, e frequentò, come il fratello maggiore, il corso B, ottenendo risultati meno brillanti, ma sempre positivi, fino al 1938. Allo stesso tempo viveva pienamente la sua vita di giovane fascista, balilla e avanguardista, che gli piaceva (ricorda Anna Levi) proprio perché, impegnandolo in molteplici attività fisiche, dava sfogo al suo temperamento esuberante e un po' ribelle. Perciò la delusione delle leggi razziali fu fortissima, e vissuta come un doppio tradimento. Dopo l'espulsione, alla fine del primo anno di scuola ebraica, presentò, con la sorella Teresa, domanda d'esame a Venezia, come riferisce il preside Augusto Levi nella Nota relativa all'a.s. 1938-39 (53) . Contemporaneamente decise, d'accordo con la famiglia, l'alià, la "salita" verso Israele. Aveva allora 16 anni. Graziella Viterbi, che gli fu carissima amica, ricorda così l'addio: "Edgardo partiva, saliva verso la Terra Promessa. Nella piccola Presidenza della scuola media ebraica, eravamo tutti riuniti per salutarlo. Il nostro regalo era un temperino da pioniere, perché questi erano i regali che si facevano allora anche in occasioni importanti. Ma il mio saluto a Gardo, come tutti lo chiamavamo, fu nel pomeriggio. Venne con Giuseppe a casa nostra per prendere commiato da tutta la famiglia. Ma venne anche per mangiare le patate fritte. Ne era golosissimo e diceva sempre che patatine come quelle che preparava la Rosetta non si mangiavano da nessuna parte. Quel giorno erano una vera montagna, lieve e dorata, e in un attimo il vassoio fu ripulito. Gardo morì in combattimento, nel 1948. Fra le cose lasciate dal "nostro" pioniere, fu trovata una scatoletta da fiammiferi con dentro una patatina fritta mummificata. L'aveva portata con sé in Israele e gli era sopravvissuta" (54). Salpato da Trieste in dicembre con altri giovani, Edgardo era diretto alla scuola agricola di Mikvè Israel (55). Nonostante l'entusiasmo iniziale, l'inserimento in una realtà così diversa e lontana dalla consueta non fu facile. Dopo avere inutilmente tentato di arruolarsi per tornare e combattere il fascismo che l'aveva tradito, Edgardo trovò la sua realizzazione negli studi di botanica e di frutticoltura, che gli erano particolarmente congeniali, impegnandosi prima in una Stazione di agricoltura e poi nel museo-scuola di Dagania. Subito dopo la fine della guerra, nell'autunno del 1945, poté finalmente arruolarsi nel 10 Battaglione del reggimento palestinese, e tornare in Europa, in Belgio e in Olanda (durante una licenza riuscirà anche a tornare a Padova e riabbracciare i genitori), con mansioni umanitarie e di assistenza alle popolazioni stremate dalla guerra, in particolare agli ebrei sopravvissuti alle persecuzioni e ai campi. Alla fine dell'incarico, nel maggio 1946, mentre il suo battaglione si preparava a rimpatriare, gli venne proposto di restare e di continuare a collaborare all'azione di soccorso agli ebrei. Accettò, e in quell'occasione compì un atto di singolare generosità: cedette infatti i suoi documenti ad un giovane per consentirgli di emigrare in Israele, aggirando le difficoltà burocratiche che rendevano in quel momento piuttosto rari i permessi. Così, con il nome di Marco Peranti prima e di Uri Almoni poi (Almoni in ebraico significa 'ignoto') lavorò a Vienna, a Innsbruck e a Merano ad organizzare i campi di raccolta degli ebrei profughi, impegnandosi a ridare speranza e interesse alla vita ad esseri umani distrutti nel fisico e nel morale dalle persecuzioni. Dopo quasi un anno di questo servizio speciale, passò alla sua ultima sede, un grande campo di transito vicino a Marsiglia, che egli stesso contribuì a organizzare. Da qui, con il nome di Bernard Pener, partì per Israele nell'aprile del 1947, sul piroscafo "Providence", insieme ad altri tremila emigranti. In settembre riprese gli studi, ma ben presto venne chiamato, come gli altri studenti, ad impegni militari che inizialmente erano solo turni di guardia notturna, ma divennero presto vere e proprie missioni militari, dato il progressivo aggravarsi della tensione con gli arabi, via via che le truppe inglesi si ritiravano dalla Palestina. Edgardo fu nominato Comandante di squadra e si segnalò per comportamento responsabile e valoroso. Il 21 marzo 1948, nel corso di un'azione che gli valse una menzione onorifica, rimase ferito al braccio sinistro. La ferita stentava a rimarginarsi ma Edgardo, contro il parere dei medici, interruppe la convalescenza per riprendere servizio: il 21 aprile infatti l'esercito inglese abbandonò improvvisamente la parte centrale e orientale di Haifa, ritirandosi nei sobborghi occidentali e verso il porto, e gli arabi attaccarono per isolare la zona. Nel tentativo di assicurare le comunicazioni, il comando ebraico decise immediatamente l'occupazione della sede del Municipio dei sobborghi arabi, un grande edificio posto a qualche centinaio di metri dalla linea israeliana, in posizione decisiva per il controllo di una strada e di un ponte. L'azione fu affidata a tre squadre, una trentina di uomini in tutto, una delle quali era comandata da Edgardo (che rifiutò l'esonero propostogli per motivi di salute). Dovevano solo rompere la difesa nemica e occupare la casa: subito dopo sarebbero sopraggiunti i rinforzi coi carri armati. Erano perciò dotati solo di armi leggere e di poche munizioni (50 cartucce e due bombe a mano a testa) e non avevano scorte di viveri o di acqua. Ma l'assalto alla casa si rivelò più arduo del previsto per la difesa degli arabi all' interno (l'occupazione dell'edificio costò subito agli israeliani due morti e numerosi feriti) e soprattutto all'esterno. Dalle case vicine l'edificio fu sottoposto per ore e ore ad una sparatoria ininterrotta, e i carri armati israeliani non riuscirono ad avvicinarsi. Intorno alle 20 Edgardo, mentre si sollevava per gettare dalla finestra una bomba a mano, venne colpito mortalmente al capo. L'assedio durò tutta la notte e il giorno successivo. Solo alle 16.00 del 22 aprile, mentre tutta Haifa stava per essere liberata, le forze israeliane riuscirono a raggiungere la casa per prendere i morti e i feriti. Una lapide sul posto ricorda: "Circondata da forze nemiche la compagnia combatté con prodezza sotto il fuoco micidiale durante 21 ore. Sette dei combattenti caddero, 16 furono feriti, i rimasti continuarono a combattere sino alla liberazione della città".

(53) "Ai primi di maggio il preside rivolse alle famiglie degli alunni il Consiglio di far partecipare i figlioli agli esami nelle scuole pubbliche o, in via subordinata, nella scuola m. ebraica di Venezia, se la scuola avesse conseguito a tempo - come di fatto conseguì - il riconoscimento legale degli esami. Si astennero dal presentare la domanda prescritta entro il 31/5 solamente tre alunne; tutti gli altri alunni presentarono le rispettive domande destinate: 3 al R. Istituto tecnico 'Belzoni' e 15 al R. Ginnasio Liceo 'Tito Livio'; a queste ultime unì la sua domanda per la maturità classica Morpurgo Marco che alla scuola partecipò solo in principio d'anno; l'alunno Romanin Jacur Leo presentò direttamente la sua domanda per la maturità classica anticipata d'un anno. Due alunni della scuola, Morpurgo Edgardo e Teresina, presentarono domanda d'esame per la scuola media ebraica associata all'ENIM di Venezia; l'alunna Gentilli L. al R. Ginnasio Liceo di Udine" (ACEP, busta Scuole 1933-1943, ora in C. CALLEGARI, Identità, cultura e formazione nelle scuole ebraiche di Venezia e di Padova negli anni delle leggi razziali, cit., pp. 271-2). (54) G.VITERBI, Le patate fritte di Edgardo, in Sapori d'infanzia, cit., p 43-44. Anche il preside Levi ricorda, nella sua relazione annuale sulla scuola ebraica, la partenza di Edgardo: "Gli alunni in questo anno scolastico non rimasero stabili come il nostro affetto avrebbe desiderato. Per primo ci lasciò Edgardo Morpurgo, realizzando la sua aspirazione per la terra dei padri e, in una riunione di alunni e insegnanti che resterà a lungo nel ricordo di tutti, gli consegnammo a titolo di viatico un dono di circostanza" (ACEP, Busta Scuole 1933-1943). (55) Le vicende di Edgardo dopo la partenza per Israele sono ricavate da FEDERIGO LUZZATTO, La vita di un eroe - Edgardo Uri Morpurgo, in "La rassegna mensile di Israel", XVII, gennaio 1951, pp.12-31.

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Edgardo "Gardo" Uri/Uriel Morpurgo's Timeline

1923
April 8, 1923
Padova, Provincia di Padova, Veneto, Italy
1948
April 21, 1948
Age 25
Wadi Street, Haifa, Haifa, Haifa District, Israel
????
Haifa, Israel