Raimondo Peralta, 1°conte di Caltabellotta

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Raimondo Peralta, 1°conte di Caltabellotta

Catalan: Ramon de Peralta, 1°conte di Caltabellotta
Birthdate:
Death: 1349
Palermo, Sicily, Italy
Immediate Family:

Son of Filippo di Saluzzo, governor of Sardinia and Sibilla de Peralta
Husband of Aldonza de Castro; Isabella de Aragón and Allegranza Abbate, signora di Baida e Favignana
Ex-partner of Esmeralda de Lorenzo, messinese
Father of Galcerando Peralta; Guglielmo Raimondo Peralta, dei conti di Caltabellotta; (+3) Filippo, Raimondetto e Berengario; Giovanna de Peralta and (+2) Eleonora e Giovanni
Brother of Eleanora di Saluzzo; Marchesa di Saluzzo and Constanza di Saluzzo

Occupation: Grand Admiral of Sicily (1338), Created Conte di Caltabellotta in Sicily (1237)
Managed by: James Roy Tabone
Last Updated:

About Raimondo Peralta, 1°conte di Caltabellotta

-https://it.wikipedia.org/wiki/Raimondo_Peralta



PERALTA, conti di Caltabellotta. – Famiglia originaria di Ribacorça (in Catalogna), dove era titolare della baronia di Peralta, si insediò in Sicilia nel 1326.

Nell’isola, anche in virtù del vincolo di sangue che la legava alla Corona, giocò un ruolo di primo piano durante il conflitto angioino-aragonese e il vicariato collettivo istituito nel 1378 quando, dopo la morte di Federico IV, Artale Alagona, nominato per volontà testamentaria vicario generale e tutore della figlia Maria, decise di dare vita a un governo collegiale detto dei Quattro vicari.

Capostipite del ramo siciliano fu Raimondo, primo conte di Caltabellotta, figlio di Filippo Saluzzo e Sibilla Peralta della quale aveva mantenuto il cognome. Raimondo aveva partecipato alla conquista del regno di Sardegna e Corsica al servizio di Giacomo II, fin dalla spedizione del 1323, guadagnando onori e feudi. La sua nomina a governatore generale in Sardegna aveva avuto come conseguenza l’opposizione di Francesc Carroç, ammiraglio del Regno; lo scontro con il processo che ne seguì portò all’assoluzione dei due, ma Raimondo preferì spostarsi, nel 1326, in Sicilia al servizio di Federico III con il sostegno dell’infante Alfonso. La fedeltà alla monarchia, unita ai successi ottenuti durante la guerra del Vespro, furono ricompensati con uffici di rilievo nell’ambito dell’amministrazione centrale e feudi: Raimondo venne nominato ammiraglio dei regni d’Aragona, Valenza, Sardegna e Corsica e della contea di Barcellona (1335), camerario maggiore (ante 1338) e gran cancelliere (1340). Il 20 gennaio 1338 ricevette da Pietro II l’investitura della contea di Caltabellotta, Calatubo, Borgetto e Castellammare del Golfo; nel 1340 ottenne la terra di Alcamo e il castello di Bonifato. Raimondo (che nel 1339 venne scomunicato dal pontefice assieme agli altri sostenitori del sovrano siciliano) si distinse in più occasioni dimostrando abilità diplomatica ed esperienza bellica. Nello stesso anno 1339 fece riconciliare il duca Giovanni e re Pietro rafforzando le proprie posizioni con la nomina a gran cancelliere del Regno. In queste vesti favorì la stipula della pace del 1347 con la regina Giovanna.

La concessione della contea di Caltabellotta era giunta come ricompensa del suo operato, ma anche in virtù del legame con la monarchia consolidatosi con il secondo matrimonio del Peralta. Raimondo, che in prime nozze aveva sposato Aldonza de Castro, ottenuta la dispensa pontificia, nel 1332, sposò Isabella figlia naturale di re Federico III e di Sibilla Solmella (e vedova del conte d’Empúries Poncio Ugo V Malgaulino). Dal primo matrimonio erano nati Guglielmo, Filippo, Raimondetto e Berengario, dal secondo Giovanna, Eleonora e Giovanni. A questi si aggiunse il figlio naturale Galcerando nato dall’unione con la messinese Esmeralda de Lorenzo. Dopo la morte di Isabella (1341) il conte si sposò in terze nozze con Allegranza Abbate, figlia di Enrico (ante giugno 1344).

Lo stretto legame con la monarchia viene comprovato dalla fitta corrispondenza epistolare di carattere familiare con i diversi membri della Corona aragonese e dalla scelta di Federico III di designarlo, insieme con altri fedeli e consanguinei, fedecommissario ed esecutore testamentario. Raimondo morì tra il novembre del 1347 e il maggio del 1349.

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