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Casatenovo is a municipality in the Province of Lecco in the Italian region of Lombardy, situated approximately 30 km north-east of Milan and about 20 km south-west of Lecco.

Coordinates: 45°41′54″N 9°18′42″E

History

First mentioned in 867 AD, the village likely developed in the late 10th to early 11th centuries around the castle of the Casati family.

Casatenovo thrived during the economic and industrial boom of the Brianza area in the 19th century. Today, it is an important and affluent center in the food production sector, home to companies such as Galbusera and Vismara.

Main sights

  • Parish church of San Giorgio: Established in the 13th century, its current appearance dates back to 1635.
  • Church of Santa Margherita: Rebuilt in 1462, it houses frescoes in late-Gothic Lombard style.
  • The small church of Santa Giustina, known since 1062. The bell tower is in Romanesque style. Much of the current edifice belongs to a restoration held in 1643, including a fresco cycle with the Virgin and Child with Saints and another with God and the Fathers of the Church.
  • Villa Casati-Facchi
  • Villa Casati-Greppi (1775)
  • Villa Lurani-Cernuschi: Likely located where the castle once stood.
  • Cascina Rancate: A countryside villa dating from the 14th century, restored in the 16th century, including an oratory of St. Anthony.

Notable people

  • Carolina Gillespie (1993): Italian pair skater.
  • Sergio Sala (1958): Singer-songwriter and football player.

Casatenovo è un comune italiano della provincia di Lecco in Lombardia.

Coordinate: 45°41′54″N 9°18′42″E

Storia

Nel 1770, presso la Cascina Porrinetti, si registrò il ritrovamento di un cippo sepolcrale databile al IV secolo e riportante un'iscrizione relativa a un tal Lucillio Domestico Valeriano, membro del corpo militare detto "Collegio dei Fabbri e dei Centenari".

Le prime notizie storiche relative ad un "Casale (cioè Casate) Nuovo" si possono far risalire ai tempi di Carlo il Calvo - nipote di Carlo Magno - erede di quel Ludovico il Pio che sottrasse ai Longobardi il predominio sull'Italia e che reintegrò il culto cristiano nelle Terre lombarde sconvolte prima dai Franchi, poi dalle eresie e dalle apostasie barbariche. Ed è in questo tormentato periodo di restaurazione cristiana, con l'insediamento a Monza di una sovrana cattolica, che sorsero e si moltiplicarono nelle terre milanesi le "Pievi", vale a dire le chiese presbiteriali, ove si amministrava la potestà arcivescovile e la cura evangelica del popolo di Dio.

È all'anno 867, infatti, che si può fare riferimento come data di prima menzione di Casatenovo, benché i primi riferimenti documentali d'archivio, sulla presenza d'un nucleo abitato, non siano anteriori all'anno 1110. Il nucleo abitato doveva presumibilmente ascendere alla fine del secolo 10 - inizi dell'11º quando - al tempo degli Ottoni prima e delle guerre Lotariane poi - il castello esistente fu potenziato ed ampliato dalla nobile famiglia dei Casati, in lotta contro l'ormai decadente primato locale dell'aristocrazia Franca. Ma è solo verso l'ultimo scorcio del XIII secolo - al termine delle intricate vicende che contrassegnarono le lotte tra gli Svevi, dal Barbarossa a Ottone IV, contro i Signori locali - che il nome di "Casate Novo" (insieme a quelli di Casate Vegio, Galgiana, Vallis Aperta, etc.) si afferma come precisa realtà comunale, seppure ancora unita alla pieve di Missaglia.

Da questo momento la Casate medievale, vera e propria Corte fortificata, sarà coinvolta in tutte le travagliate vicende che interessarono la Lombardia: dalle lotte tra guelfi e ghibellini, a quelle tra i Visconti - astro nascente dell'aristocrazia italica - e la Serenissima Repubblica di Venezia. Fu punto nevralgico dello scacchiere fortificato alto-lombardo, come già risultava dai lontani tempi di Ariberto, a conferma d'un'antica pergamena ora conservata nell'Archivio del conte del Duomo di Milano, corroborata da un atto testamentario del conte Beato di Casate ai nipoti Marzio e Filippo Casati, risalente all'anno 1270. Fu dunque Casate, per tutto il tempo medievale, una grande fortificazione, a cui si aggregarono, col passar degli anni, varie cascine (tra le quali originariamente quella di Rancate) ove presero dominio alcuni signorotti locali, specie dopo l'infeudazione del 1538. Ma già dal 1450 si potevano contare quelle di Casate Veteri (oltreché, ovviamente, Novo), Cassina de' Brangiis, con quelle unite di Rogorea e Columbarino, Valle Aperta, Rimoldo, Galzana, ecc. Il feudo passò - dopo le tragiche vicende legate al dominio visconteo - nelle mani di Gerolamo Brebbia, già tesoriere generale dello Stato di Milano ed è sempre a questo periodo che si debbono gli stanziamenti di nobili famiglie nei palazzi di Rimoldo (i Parravicini) di Galgiana (i d'Adda) di Giovenigo (i Toscani). La comunità locale continuò tuttavia a frazionarsi fino a raggiungere, verso la metà del Cinquecento, anche i nuclei di Cascina Bracchi (in parte già de' Bragiis) e di Campofiorenzo; anche a seguito del passaggio del castello dai Casati agli Sforza e finalmente ai conti Lurani nel 1587.

È quindi nel 1692 che Casate Vecchio si distaccò da Casate Nuovo e quest'ultima fu assegnata definitivamente al marchese don Giulio Casati, uomo ribaldo e violento e noto come "bandito" che, prima personalmente, poi attraverso i suoi discendenti la detenne - anche se in forme giuridiche diverse da quelle feudali - fino a tutto il Settecento.

Resta da dire infine dei due rilevanti monasteri di Santa Margherita e dei Santi Pietro e Paolo, un tempo esistenti tra Casate Vecchio e Nuovo. Entrambi appartenenti all'ordine delle monache Benedettine furono soppressi e distrutti durante il sacco sforzesco del 1451. Sempre del 1451 è l'unificazione - voluta con una bolla del 5 ottobre da Papa Niccolò V - della Chiesa di San Margherita, con quella di Santa Giustina e la nomina a parroco del sacerdote Giacomo del Torgio, che provvide alla riedificazione dei templi, facendoli abbellire con interessanti affreschi.

A partire poi dalla fine del Settecento e dagli inizi dell'Ottocento, si ebbe un considerevole sviluppo del nucleo comunale, specie con la erezione od il rifacimento di notevoli ville patrizie: quali la Casati-Facchi (già Greppi-Bressi), la Casati-Greppi di Bussero, la Casati-Marocco-Viganò, la Castelbarco-Vismara, la Garavaglia-Lattuada-Ghisotti, la Lattuada-Ghisotti, la Lattuada-Vismara, la Lurani-Cernuschi, nonché la cascina Bracchi-Casati.

Dal secolo XIX Casatenovo entra nella grande vicenda dello sviluppo industriale e commerciale, tipico dell'area briantea, affermandosi - grazie anche all'intraprendenza di dinamiche dinastie imprenditoriali - soprattutto nel settore dei prodotti agro-alimentari - e collocandosi a buon diritto tra i Comuni più ricchi dell'area lombarda.

Durante la seconda guerra mondiale, nella frazione di Valaperta si compì un eccidio di quattro partigiani da parte delle Brigate Nere, comandate da Giuseppe Gaidoni ed Emilio Formigoni (padre di Roberto Formigoni).

Monumenti e luoghi d'interesse

  • Chiesa parrocchiale di San Giorgio: Fondata nel XIII secolo, la sua attuale struttura risale al 1635.
  • Chiesa di Santa Margherita: Ricostruita nel 1462, ospita affreschi in stile tardogotico lombardo.
  • La piccola chiesa di Santa Giustina, conosciuta dal 1062. Il campanile è in stile romanico. Gran parte dell'edificio attuale risale a un restauro del 1643, compreso un ciclo di affreschi con la Vergine e il Bambino con i Santi e un altro con Dio e i Padri della Chiesa.
  • Villa Casati-Facchi
  • Villa Casati-Greppi (1775)
  • Villa Lurani-Cernuschi: Probabilmente situata dove sorgeva una volta il castello.
  • Cascina Rancate: Una villa di campagna risalente al XIV secolo, restaurata nel XVI secolo, con annesso un oratorio di Sant'Antonio.

Persone famose

  • Carolina Gillespie (1993): Pattinatrice artistica italiana.
  • Sergio Sala (1958): Cantautore e calciatore.