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Gagliardi Genealogy and Gagliardi Family History Information

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Profiles

  • Alberto Gagliardi
    Alberto Gagliardi (Genova, 31 gennaio 1946) è un dirigente d'azienda e politico italiano.
  • Cecilia Gagliardi (1881 - 1959)
    GAGLIARDI , Cecilia . - She was born in Rome in 1881: there are no further personal data. Gifted with a beautiful soprano voice, she studied at the conservatory of S. Cecilia in Rome with Zaira Cortini...
  • Enrico Gagliardi (1820 - 1891)
    Gagliardi (Monteleone di Calabria, 12 novembre 1820 – Napoli, 28 giugno 1891) è stato un politico italiano.
  • Filippo Gagliardi (1912 - 1968)
    Gagliardi, noto anche come Don Felipe, (Montesano sulla Marcellana, 25 febbraio 1912 – Roma, 15 gennaio 1968), è stato un imprenditore e filantropo italiano.
  • Giovanni Gagliardi (1882 - 1964)
    Gagliardi (Castelvetro Piacentino, 14 febbraio 1882 – Castelvetro Piacentino, 26 settembre 1964) è stato un fisarmonicista e compositore italiano. Nato nella frazione di Croce Santo Spirito nel Comune ...

About the Gagliardi surname

quattro nobili fratelli feudatari Giovanni, Guglielmo, Roberto e Rinaldo Gaulart, tra i fondatori di San Marco dei Cavoti nella metà del Trecento e discendenti dalla nobile famiglia Gallardus che, di idee guelfe, emigrò da Napoli in Provenza nel XIII secolo per poi tornare in Italia al seguito di Carlo I d’Angiò alla conquista del Regno. I fratelli “Gaulart de Pies” sono citati nei documenti dell’epoca angioina come feudatari e conti e con cognome Gaulart, Gaullart o Galart, ma anche nella forma italianizzata Galardus o Galardo, cognome che poi, nel ramo stabilitosi a San Marco, divenne Jalardus e quindi Jalardo, Jelardo e Jelardi. Un altro ramo generò invece la nobile famiglia Gagliardi con residenza a Napoli e in varie altre località del Regno. Il primo nucleo familiare ebbe quindi la seguente genealogia dai suddetti quattro germani: Guglielmo Gaulart nella seconda metà del XIII secolo sposò la nobile Marina de Dragone, figlia di Teobaldo, fu panettiere del Regno, ossia prefetto dell’Annona, e morì nel 1269 circa senza prole; Giovanni Gaulart si unì in matrimonio con Altruda de Dragone, sorella di sua cognata, ed ebbe dal monarca numerosi beni oltre quelli ereditati dal fratello Guglielmo. Tra questi ebbe i castelli di Montemiletto e Sant’Angelo dei Lombardi (1269), poi i castelli di Monteverde, Lacedonia e Rocca (1278), in cambio dei feudi di Montemiletto, Armaterra, Vitalba e Rapone, nonché la terra di Sant’Antimo. Milite, consigliere e familiare di Carlo I, Giovanni Gaulart morì prima del 1283 lasciando la moglie e una figlia, Giovannotta. Roberto Gaulart ebbe invece nel 1270 la nomina di castellano di Castel Capuano in Napoli; Rainaldo (o Rinaldo o Renault) Gaulart fu milite nelle guerre contro Corradino e Manfredi di Svevia e per questo ricevette da Carlo I i feudi di Tressanti in Capitanata (1270) e Arpino in Terra di Lavoro (1271) - dove un’area rurale di Campodimele (Lt) era nota, ancora fino al XIX secolo, con il nome di Campo Ialardo -, oltre la nomina di panettiere del Regno o prefetto dell’Annona dopo la morte del fratello Guglielmo, nonché di castellano del Castel dell’Ovo (1276). Si procacciò inoltre gran fama di milite e di uomo di «erculea forza» nella battaglia navale sul golfo di Napoli del 1284 tra il principe di Salerno Carlo II d’Angiò e l’ammiraglio Ruggiero di Loria, ove fu fatto prigioniero e poi liberato verso il 1287, ed ebbe come ricompensa l’esenzione dal pagamento dei rilievi sul castello di San Martino in Valle Caudina, le terre di Oria e Civita, e la masseria di Salso Borgo in Capitanata. Ricevuto l’incarico di fortificare la città di Pozzuoli e gli altri borghi sul mare, Rinaldo dal 1297 al 1299 fu castellano di Rocca d’Arce, mentre nel 1300 venne inviato in terra d’Otranto ed ebbe terre a Tagliacozzo, nonchè la terza parte di Picinisco, Posta e Campoli. Verso il 1280 sposò Giacoma d’Aquino, figlia di Tommaso e Siffredina d’Evoli, con cui generò cinque figli. Inoltre, un cugino dei menzionati fratelli Gualart, tale Giovanni Gualart de Saumere - de Saumerii o de Saumeriaco - fu comandante del castello di Santa Maria del Monte in Puglia e poi capitano di Bari verso il 1290 e sposò la nobildonna Aquilina, che fu in seguito balia dei figli di Carlo II d’Angiò. Per quanto riguarda la genealogia sannita, essa fu iniziata dai cinque figli di Rinaldo. Giovanni - o Giovannotto - ebbe la terra di Tressanti in Capitanata, fu barone del castello di Roccasecca, e tenne i feudi d’Isola, Pontesilerato, Campoli, Gallinano, San Donato, Picerno e Terelle. Morì tra il mese di giugno e novembre del 1305 ed alla sua morte il re confermò il possesso del castello di Brianello in Basilicata alla sua unica figlia, di cui s’ignora il nome e che morì poco dopo. I beni passarono quindi alla sorella di Giovannotto, Filippa; a sua volta Filippa sposò in prime nozze Galasso (o Galotto) Stendardo, figlio di Guglielmo gran connestabile del Regno, da cui ebbe una figlia, Angelella, ma che ne rimase presto vedova, sposando poi il nobile romano Paolo Conti. Margherita, citata nei documenti angioini come “Margherita Galarda”, che sposò invece Ugo Scotto d’Alemagna conte di Boeth, e dalla loro unione nacquero Ugolino e Giovan Rinaldo. Nel 1315, quale erede di Siffredina d’Evoli, sua ava materna, ebbe il castello di San Martino. Sono poi da citare Giovanna, maritata a Giovanni de Palimonto; ed infine Rainaldo II, che fu colui che proseguì le genealogia familiare poiché in prime nozze sposò Margherita di Clariaco baronessa di Gioja, Palo e dei casali di Arriacarri e Binetto (Ba), che morì nel 1296 senza prole, mentre in seconde nozze sposò Maria Stendardo, figlia di Giovanni maresciallo del Regno e di Sancia di Poggio Riccardo di Sicilia signora di Gagliano e Caltanissetta, con cui generò un solo figlio, Guglielmo. Da Guglielmo - che ebbe dal sovrano la concessione di 20 once annue sui diritti del Regno (1309) e fu familiare di Carlo II e castellano di Villanova - e dalla moglie, la nobile Oderona da Novi, vennero alla luce tre figli: Bartolomeo, che fu abate del monastero di San Benedetto a Salerno; Giovanni, che nel 1343 ebbe da Giovanna I il rinnovo della concessione delle 20 once annuali già attribuita al genitore; e Lorenzo, che fu tesoriere del re Roberto e poi della regina Giovanna. Quest’ultimo sposò Giacoma de Sanquintino, figlia di Giovanni e di Caterina di Nomant, ciambellana della Regina (1346), che lasciò presto vedova con due figli, Antonella e Giovanni, affidati alle cure di tutori dopo che la madre convolò a seconde nozze (i figli di tale Giovanni furono, nell’ordine: Luigi, Lorenzo, Cristoforo, Roberto, Riccardo e Anna, tutti citati con il cognome Gagliardo o Gallyardo). La famiglia proseguì da allora in poi con i numerosi figli di Giovanni (di Guglielmo ed Oderona da Novi), che in documenti dell’epoca e nel volume “Istoria dei feudi delle Due Sicile” di Erasmo Ricca (1865) sono citati con il cognome Gagliardo, Gallardo e Guagliart ed ebbero dai sovrani numerosi privilegi tra cui la nomina di gentiluomini di camera da re Ladislao (1412). A tale data è probabile tuttavia che già qualche membro del casato avesse preso residenza a San Marco dei Cavoti, edificato nella seconda metà del XIV secolo e popolato dagli angioini con sudditi provenienti da Gap in Provenza (i Gavoti). A San Marco, come si è detto, il cognome Gaulart o Gaullart ebbe diversa evoluzione rispetto all’altro ramo della famiglia sebbene, ancora nell’anno 1636, figurava presso il “Collegium Sancti Bonaventurae” di Roma il “frater” Nicolaus Gaulart. A trasferirsi in paese fu probabilmente lo stesso Giovanni Galardus, figlio di Guglielmo e Oderona da Novi, oppure qualche suo figlio o congiunto, così come proverebbe anche la trasmissione del nome Giovanni nell’albero genealogico familiare, sebbene non è da escludere che capostipite del ramo sammarchese sia stato uno dei discendenti del già citato Giovanni Gaulart de Saumere (de Saumerii o de Saumeriaco) i quali, avendo egli ricoperto la carica di capitano di Bari verso il 1290, rimasero probabilmente a risiedere nella vicina Puglia. A proposito del ramo sammarchese è noto e comprovato che in documenti ed atti del Seicento e del Settecento il cognome era già diventato Jalardo o Jalardi - cognome tutt’ora presente in terra sammarchese - mentre il nome Giovanni, che si trova ripetutamente trasmesso ai vari primogeniti nel corso delle generazioni, testimonierebbe ancora la discendenza da uno dei fratelli Gaullart. Sin dal 1568 questo ramo della famiglia risultò avere un tenore di vita più che signorile poiché a quell’anno, in piena epoca feudale, risale lo stemma gentilizio raffigurante due leoni che sorreggono una ruota e che era posto sulla chiave del portone d’ingresso dell’antico palazzo di famiglia in Largo Fontecavalli. Alla sommità dello stemma - d’azzurro ai due leoni tenenti nel campo una ruota, poggianti su di un monte di tre cime, il tutto al naturale - vi è incisa la scritta «(…)sar Piactus», riconducibile, pur essendo mancante di tre lettere, alla dicitura Caesar Piactus, forma corrotta di Caesar Placitus, che stava probabilmente ad indicare l’approvazione da parte dell’imperatore. Anche se dal 1568 al 1665 mancano notizie precise della famiglia, a causa della dispersione documentaria privata e parrocchiale avvenuta nei secoli, è tuttavia quasi certo che in tale periodo i Jelardi non si mossero mai da San Marco in quanto, verso la metà del Seicento, risulta che un certo don Giuseppe Jelardi (1665-1749) risiedeva in paese, in via Portanova, in una casa di venti vani, ed era proprietario di trecento moggi di terreno in contrada Montemusciano e di molti altri beni. Nel corso degli anni la famiglia ha detenuto una notevole quantità di beni tra cui l’antico palazzo di Largo Fontecavalli (XVI secolo), di tipo semifortificato, e quello più moderno di Piazza Risorgimento (XIX secolo) in stile neoclassico, tre molini ad acqua di cui due nei pressi del centro abitato di San Marco e uno in località Calisi, nonché numerose tenute con case coloniche e case padronali quali il “casino di Zenna” o “di Sant’Alfonso”, il “casino delle Coste”, la casa colonica anche detta “di Sant’Anna” perché ex convento, ed “il Casone” di Calisi. Oltre a tali beni la famiglia Jelardi possedeva un’ingente quantità di appezzamenti di terreno (nelle contrade Calisi e Cretazzi, a Zenna, nonché il cosiddetto “Feudo di San Severo”) ed un numero imprecisato di abitazioni di San Marco dei Cavoti. Tale illustre casato sannita, legato tramite vincoli di parentela a diverse famiglie nobili del Sannio e del meridione tra cui i Polvere di Pago Veiano, i Cassitto di Ravello d’Ortenburg, i Brizio Cinquegrani, i Meomartini e i Paolucci di Colle Sannita, gli Zurlo, i Moscatelli, ed altre, ha dato i natali a personaggi di notevole spessore quali: Federigo (morto nel 1831) feudatario, giurista, poeta; Nicola (1805-1886) consigliere provinciale e capitano della Guardia Nazionale; Federico (1837-1901) consigliere provinciale e sindaco; Ferdinando (1864-1898) consigliere provinciale; Arturo (1896-1944) laureato in medicina, esponente di spicco del P.N.F. del beneventano, che ricoprì numerose cariche tra cui quella di vice presidente del Consiglio Provinciale dell’Economia e segretario politico del Fascio di Benevento; Andrea (1974), docente universitario, saggista e giornalista pubblicista.

Cfr. Fabio PAOLUCCI, "Le famiglie campane. Tra storia, genealogie e personaggi illustri", Ed. Kairòs, Napoli 2012 (pp. 287 - ISBN 9788898029075), pp. 143-147.