Tedisio IV Fieschi

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Tedisio IV Fieschi

Birthdate:
Death: before 1288
Immediate Family:

Son of X Fieschi
Husband of Simona Fieschi
Father of Clarisia Zaccaria; Vittoria del Carretto; .... di Carmadino and Rolando Fieschi

Managed by: Livio Scremin
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Immediate Family

About Tedisio IV Fieschi

IV numbering assigned here on GENI in the reconstruction phase, as:

Treccani disambiguation (last chapter of Tedisio III page)
..furono numerosi i membri della famiglia Fieschi che portarono il nome di Tedisio.

Di poco posteriore al F. fu, ad esempio, un Tedisio, ricordato dalle fonti tra il 1248 ed il 1288. Ignoriamo la sua paternità; il papa Innocenzo IV lo definisce costantemente suo "nepos" in alcune lettere e soprattutto nella bolla del 24 apr. 1252, con cui concesse ai componenti laici della sua famiglia lo "ius patronatus" sulla chiesa gentilizia di S. Salvatore in Cogorno. Egli viene indicato come nipote di Opizzo, fratello del F., in un diploma dell'imperatore eletto Guglielmo d'Olanda del 4 sett. 1249 ed è elencato sempre posposto - cosa che sarebbe difforme rispetto alle consuetudini, se egli fosse stato il loro padre - ad Opizzo di Ugo Fieschi e a Niccolò figlio del F. nei documenti relativi alla "societas" costituita da Fieschi dopo il 1250.

Il F. e questo Tedisio sono stati spesso confusi dalla letteratura storica in un unico personaggio, cui sono state attribuite le vicende e le opere dell'uno e dell'altro. Tale errore poté essere favorito anche dal fatto che pure questo secondo personaggio sposò una donna di nome Simona. Questa, però, era figlia di Raimondo Della Volta che, ghibellino e ribelle al Comune di Genova, aveva visto le sue terre devastate per ordine del podestà nel 1239 e che era morto prima del 27 giugno 1250, quando Rosso Della Volta consegnò a Simona, in quanto erede del padre, i diritti su una torre sita "in curia feni".

Attivissimo uomo d'affari, Tedisio fu nel 1249 chiamato a far parte degli Otto nobili, la magistratura che affiancava nella attività di governo il podestà forestiero. Il 4 settembre dello stesso anno, insieme con altri membri della famiglia, ottenne dall'imperatore eletto Guglielmo d'Olanda il titolo di conte palatino. Tuttavia egli, pur non rinunziando alle prerogative feudali, preferì - come del resto fece la nuova generazione del Fieschi - accentuare il suo ruolo pubblico in Genova sia incrementando il suo patrimonio immobiliare, sia partecipando più direttamente alla vita economica e politica della città. Il 26 ag. 1251 comperò da alcuni membri della famiglia Calvo un palazzo "cum iure emboli" nella "Ripa": sei anni più tardi, l'11 ott. 1257, il suo gastaldo provvide ad affittare un "banco" posto negli "emboli" davanti all'edificio, sulla riva del mare. Il 21 ag. 1252 comperò da Guglielmo Mallono una torre in piazza Lunga. Il 5 marzo 1253 concesse un mutuo alla vedova di Pietro di Castello e vendette terre, non sappiamo in quale località. In quegli anni creò pure una importante "societas" con lo zio Opizzo e con il cugino Niccolò Fieschi. "Consiliator" del Comune, assistette alla firma della pace tra Genova e Savona, il 19 febbr. 1251, ed alla nomina di Enrico del Bisagno ad ambasciatore presso il Comune di Firenze, avvenuta il 15 luglio 1254. Nel 1257 si adoperò per la liberazione di Tommaso II di Savoia, signore del Piemonte, che aveva sposato in seconde nozze una figlia del F., Beatrice: il 24 novembre, infatti, fu ad Asti, dove assistette all'accordo stipulato tra quel Comune, nelle cui mani era caduto il dinasta sabaudo, e Giacomo Del Carretto, procuratore del principe. Nel 1262 fece parte dell'ambasceria inviata a Carlo d'Angiò per un accordo territoriale e politico; quattro anni dopo, nell'aprile, si recò a Roma per un incontro con quel sovrano. Fu, questo, a quanto ne sappiamo, l'ultimo incarico ufficiale da lui ricoperto. Continuò tuttavia ad agire attivamente nella vita economica genovese, come dimostra il fatto che il 15 dic. 1266 diede in fitto un mulino, di cui era proprietario, e che nel 1268 poté dare alla figlia Clarisia, che andava sposa a Manuele Zaccaria, il fratello dell'ammiraglio Benedetto, la dote di 550 lire di genovini. Il 5 marzo 1277 finanziò un mercante diretto in Sicilia.

Morì prima del 1288, quando Simona Della Volta viene ricordata per la prima volta dalle fonti come sua vedova.

Ebbe forse un figlio maschio, Rolando, che però alcuni genealogisti attribuiscono ad uno dei suoi omonimi contemporanei. È certo, invece, che ebbe tre figlie:

  1. Clarisia, già ricordata;
  2. Vittoria, andata sposa ad Ottobono Del Carretto;
  3. ed un'ultima, di cui ignoriamo il nome, la quale fu moglie di Simone di Carmadino.


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